Nata in un Gennaio del 1998, quello che ricordo della mia infanzia è la nebbia della pianura Padana e gli innumerevoli blocchi da disegno che mia madre era costretta a comprarmi. Non ricordo quale fu l’approccio, né quale fu la spinta che mi portò a cominciare a disegnare, ma la sensazione che sento è l’unica ad essere rimasta invariata in questi anni. Crescendo, ho capito che la pittura accademica non mi bastava, avevo fame che l’arte fosse il mio unico mondo, ma un’arte più contemporanea e che potesse connettermi veramente con l’animo umano. Mi piace muovermi tra illustrazioni, surrealismo, lettering come fossero dizionari da archivio, piante e fiori come quelli che erano nei libri della nonna. Vivo un po’ sulla Terra e un po’ su Marte; annoiata dalle cose “come si sono sempre fatte” o “come sarebbe giusto farle” e instancabilmente alla ricerca di modi per esprimere la mia personale (e strana, forse) visione malinconica del mondo.